4 giugno 2010

L'amore al tempo di Facebook

C’era una volta l’elegante e romantica lettera d’amore, scritta a mano, imbevuta di profumo e sigillata con la ceralacca. Poi arrivarono i telefonini e con loro gli sms, i cosiddetti messaggini di testo: 160 caratteri a disposizione per un modo nuovo di scrivere, pensare e interpretare le parole dell’amore. Infine sono arrivati Facebook, Msn e le chat virtuali: ed è stata una vera e propria rivoluzione.

Per chi ancora non lo sapesse, Facebook è un “social network”, una gigantesca rete online che mette in relazione circa 400 milioni di persone in tutto il mondo, in maniera pressoché immediata. Il nome, “Facebook”, è mutuato dagli annuari dei college americani che ogni anno raccolgono le foto di tutti i collegiali.

Il meccanismo dei social network si basa sul principio dei 6 gradi di separazione, secondo il quale chiunque può ricollegarsi a chiunque altro nel mondo, attraverso 5 passaggi, attraverso, cioè, una catena di 5 persone, ognuna conoscente della successiva. Una teoria, vecchia come il cucco, che dopo aver stupito per anni, comparendo di tanto in tanto sulla copertina di qualche rivista periodica, ha trovato la sua più (in)sana applicazione nei social network di nuova generazione.


E l’effetto è stato devastante. Quando in Italia è salita la febbre di Facebook, tutti hanno cominciato a cercare e contattare tutti: vecchi amici di scuola, ex colleghi di lavoro e, spesso e volentieri, ex fidanzati e fidanzate. Circostanza, quest’ultima, che fatto scricchiolare più di qualche coppia, anche apparentemente inattaccabile.

Inutile dire che Facebook, è diventato, oggi, uno dei principali veicoli delle parole dell’amore. E in particolar modo un formidabile strumento di corteggiamento, specie per chi sa utilizzarlo con arguzia. Le comunicazioni virtuali, non solo quelle amorose, hanno il merito di rendere più disinibite e spontanee le persone. In pratica la rete abolisce tante delle regole, dei tabù e dei vincoli psicologici e sociali, presenti nella vita di tutti i giorni. E molti, in rete, riescono a tirare fuori una parte di sé, che altrimenti non verrebbe fuori. Così succede, per esempio, che anche una persona timida e impacciata, in rete riesca a fare la parte del leone e dire quello che “normalmente” non direbbe.

Questo effetto, poi, si amplifica quando in gioco c’è pure l’attrazione fisica. Ci sono uomini, solitamente poco loquaci e comunemente considerati “scarsi” con le donne, che in chat si trasformano in novelli e astuti Cyrano. E donne, invece, che in chat sembrano disposte ad accettare “provocazioni” e “stimoli” che in una chiacchierata faccia a faccia forse respingerebbero senza pensarci su due volte.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Se è vero che qualcuno, attraverso il filtro della rete, riesce finalmente ad essere sé stesso, più che nella vita di tutti i giorni, è altrettanto vero che tanti altri riescono ad apparire ciò che in verità non sono e nel momento in cui un rapporto, di qualunque natura esso sia, amichevole, sentimentale o professionale, passa da uno stadio virtuale a uno reale, allora si rischiano di avere anche spiacevoli sorprese. Ma questo tipo di riflessioni, forse è meglio lasciarle alla psicologia e alla sociologia.

Una cosa è certa: gli effetti benefici e “malefici” delle nuove tecnologie saranno sempre e comunque in discussione e i punti di vista in proposito saranno sempre e comunque divergenti. Ciò che conta, però (e questo è indiscutibile), è che i modi, i tempi e i luoghi della comunicazione stanno cambiando e con essi anche quelli dell’amore e dei suoi annessi e connessi.

Un corteggiamento, un tradimento, un primo appuntamento o una semplice avventura sessuale, tutto può muovere i suoi primi passi proprio in una chat. Nulla più che i primi passi, ovviamente. Sia ben chiaro. Poi, bisogna chiudere la chat, spegnere il computer, farsi bello per l’occasione, passare a prendere la propria donna (o il proprio uomo) e poi, e poi… beh, e poi il resto è storia più o meno nota a tutti. O no?

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